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Le montagne: Tajaré (1654 m.), L'Alpe (1796 m.), Il Becàs del Mezzodì (1931 m.)

 

 

1. L'orografia

La Valle di Valloriate prende origine dalla cima del Beccàs del Mezzodì (immediatamente a Sud del Colle dell'Ortiga, valico tra le valli Stura e Grana). Dal Beccàs infatti si dipartono, una verso Sud e poi Sud-Est, e l'altra verso Est, le due creste spartiacque che, sempre più nettamente definite, costituiscono il versante destro e il versante sinistro orografico della Valle, mentre ai piedi dello stesso Beccàs ha origine il ramo principale del Rio di Valloriate.

Lo spartiacque destro orografico (tra Valloriate e la Valle Stura) presenta due valichi di passaggio con la Valle Stura, il Colle Sappé e il Colle di Valloriate, tra i quali è compresa la modesta elevazione del Monte Moura (1544m.); più a Est, il Colle dei Colli permette il passaggio nel Vallone dei Colli di Moiola.

Lo spartiacque sinistro orografico comprende cime e colli più elevati: e separa Valloriate dapprima dalla Valle Grana (fino all'Alpe di Rittana, 1796 m.) e poi dalla Valle di Rittana; spicca su questo versante la sagoma inconfondibile del monte Tajaré, che si potrebbe considerare quasi il simbolo di Valloriate.

 

2. Dal Tajaré al Beccàs del Mezzodì

 

Infatti "la" montagna di Valloriate, per eccellenza, è senza dubbio il monte Tajaré, 1654 m. ("Tagliaré" in grafia italiana nella guida del CAI1 e nella carta IGM). Il suo profilo caratteristico ("rilievo di discreto aspetto" lo definisce la guida CAI citata, è già un complimento, in un libro dedicato prevalentemente agli aspetti alpinistici) domina il paese, e, pur cambiando continuamente aspetto, sovrasta un po' tutti gli angoli abitati e disabitati della vallata. Eppure non si tratta, come si è visto, della cima più alta presente nel territorio; il primato spetta al "Beccàs del Mezzodì". o Becàs dal mesjourn) alto 1931 m.; ma il Beccàs non si vede dal fondovalle né dalla maggior parte delle rouà, e non possiede neppure un profilo così particolare come il Tajaré.

 

Ma forse la ragione della centralità del monte Tajaré nel paesaggio umano della valle di Valloriate è che tutti i versanti della montagna, anche quelli oltre lo spartiacque che segna il confine con la valle di Rittana, appartengono al territorio comunale di Valloriate: in sostanza l'intero versante Nord della montagna, per un dislivello di circa 350 m. Tali confini vennero probabilmente fissati nel 1659, a conclusione di una serie di contenziosi sui confini con Gaiola e poi Rittana, di cui si ha notizia sin dal 1402, e che furono oggetto di liti periodiche, con accordi e transazioni continui (1411, 1555, 1565, 1615, 1659, 1669 e così via) fino al 1775-77, quando i confini fuono definiti in modo permanente e con misurazioni moderne.

 

Disboscato e percorso da sentieri e da strade più ampie per carretti, il Tajaré diventò, certamente a partire dagli anni dell'espansione demografica (1650 circa), un luogo privilegiato per l'affienagione, dove i falciatori si recavano nei mesi estivi, dopo i tagli effettuati nei campi ubicati a quote inferiori. A riprova è ancora oggi la disposizione degli appezzamenti privati, in genere chiamati setòou (porzione di terreno falciabile in una giornata da un falciatore), che hanno l'aspetto di lunghe strisce di terreno disposte in verticale, in modo che ogni proprietario ricavi in eguale proporzione le stesse qualità di fieno (il terreno è meno produttivo verso l'alto). Di qui, probabilmente, il toponimo, da ricollegare al verbo taguià, falciare; anche se con il progressivo abbandono di questa pratica la montagna va oggi velocemente ricoprendosi di alberi (betulle in prevalenza), mutando la fisionomia del paesaggio quale si era presentato negli ultimi quattro secoli.

 

Dalla cima del Tajaré, la cresta di spartiacque con la Valle di Rittana prosegue verso Nord-Ovest abbassandosi per una settantina di metri fino al Coulèt Bel ("Colletto Bello"), quindi risalendo a una serie di spuntoni rocciosi, 1641 m. IGM, "Rocca Calera" o Rouchas Journal; di qui ridiscende al Coulet Brut, meno ampio del precedente, per risalire ai becchi rocciosi detti "La Rocciaia" o Le Rouchaia ("gli speroni di roccia"), oltre il quale si apre il più ampio Colle della Gorgia (La Gorja, "la conca") che mette in collegamento il vallone di Piantacotta (Piantaqueucha) con l'alta valle di Rittana, nella zona chiamata Urgira ("Orgiera" IGM). Un ampio pendio risale da questo Colle verso Nord Ovest fino alla sommità dell'Alpe di Rittana (1796 m.). Il versante SO dell'Alpe discende in parte verso la Valle di Valloriate, in parte verso quella di Rittana; il confine amministrativo tra i due Comuni peraltro, in analogia con quanto già detto sopra, è vistosamente spostato sul versante di Rittana, cosicché Valloriate occupa i circa due terzi dell'intera superficie.

 

L'Alpe, con la sua cresta in direzione NO-SE, segna il confine (che qui coincide con lo spartiacque) tra Valloriate e la Val Grana. Proseguendo verso SE, lo spartiacque si abbassa al Colle Roccasson (1752 m.) e, più avanti a Est, dopo un rialzo roccioso, al Colle Barmetta (1818 m.), per risalire al 1931 m. del Beccàs del Mezzodì (Becàs dal Mesjourn), tra larici e mughi introdotti con un rimboschimento negli anni Sessanta.

 

Le tre cime offrono un panorama notevole sulle Alpi Marittime e sulle Cozie Meridionali, con vista anche sui massicci del Gran Paradiso e del Monte Rosa, almeno nelle giornate più limpide, e sono ormai frequentate anche in condizioni di forte innevamento, con racchette da neve o con gli sci.

 

 

(l.m.)

 Note

1 M. Bruno, Monte Viso. Alpi Cozie meridionali, Milano, CAI-TCI, 1987 ("Guida dei monti d'Italia").

 

 




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