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Le 42 borgate di Valloriate

 

Quarantadue è il numero massimo di "frazioni", o "roate", o "tetti", o "borgate" - in valloriano, le rouà - raggiunto nel corso dei secoli. Molte di esse sono però oggi abbandonate, e di qualcuna si è praticamente persa traccia.

 

Come nell'attigua Valle di Rittana, non è mai esistito un paese (un raggruppamento di case, in pratica autonomo, con proprio forno, fontana eccetera) che portasse il nome specifico di Valloriate. Questo era il nome del territorio nel suo insieme; ogni borgata invece portava una sua denominazione specifica.

 

In origine - verso il XI secolo - la valle era abitata solo nella zona centrale, lungo il torrente, in un'area compresa tra l'attuale località Serre (dove sorge la chiesa parrocchiale) e Sonvilla, o Sumvilla, "il fondo della Villa". Vi si trovavano, nei tempi più antichi, dieci "roate", così denominate:

1) Serre (comprendente La Guiza -la chiesa parrocchiale- , e di fronte, a Sud, La Bastìa, "il bastione", gruppo di case sicuramente risalenti almeno al XIV s.)

2) roata dei Girodengo (dopo il Serre, sulla destra orografica)

3) roata dei Caranta (più avanti, in identica posizione orografica)

4) roata dei Bernardi (sulla sin. orogr., di fronte alla roata Girodengo)

5) roata dei Perotto (sinistra orogr., poi "Protti" o "Prot", di fronte alla roata Caranta)

6) roata dei Torino

7) roata dei Monaco

8) roata dei Bruno (o "borgo Bruni")

9) roata dei Bussone (attuale Molino)

10) roata di Sumvilla

 

tranne la prima e l'ultima, le dieci rouà prendevano il nome dalle famiglie che le abitavano.

Sulla montagna e lungo il resto del vallone non esistevano altri insediamenti.

 

La situazione si modificò (vedere la pagina principale della sezione "Storia") dopo il 1630. L'aumento di popolazione e la modifica delle forme di produzione agricola portarono alla formazione di borgate soprattutto sui versanti della valle, intorno alla quota di 1000 metri. Nel 1853 (data della pubblicazione della voce "Valloria di Cuneo" nell'opera di Casalis: vedere la nostra sezione "Biblioteca") l'insieme delle borgate (Casalis le chiama "casali") era di 32. Non è chiaro tuttavia se tra queste vadano comprese le roate della Villa (passate probabilmente già allora da dieci alle otto attuali).

 

Più preciso invece il calcolo del parroco Spirito Dutto (1887-1916), effettuato nel 1897, secondo il quale il territorio di Valloriate risulta diviso in 41 borgate. Dutto considera ovviamente la Villa non come borgata unica, ma appunto suddivisa in sette frazioni: non considera come tale l'antica Borgata Perotto (oggi Protti). Essa verrà inclusa, invece, nell'elenco redatto da don Edoardo Cristini (parroco dal 1919 al 1930), elenco che raggiunge quindi la quota di 42 rouà, a cui fanno riferimento tutte le pubblicazioni successive.

 

Anche il nostro sito, ovviamente, segue quest'ultima classificazione, importante perché su di essa è basato il Registro delle anime redatto principalmente nel periodo di don Cristini, documento che ci permette di ricostruire la composizione delle famiglie borgata per borgata.

 

Le rouà erano collegate tra loro da una fitta rete di strade (sentieri, carrarecce, mulattiere) che permettevano comunicazioni, scambi e relazioni sociali quotidiane. Esse si sviluppavano lungo due assi: verticale (dalla Villa alle borgate, e viceversa) e orizzontale (da borgata a borgata, senza scendere in fondovalle; e forse questi erano gli itinerari più seguiti). Inoltre, dal versante dell'Adrech, era possibile arrivare direttamente a Gaiola raggiungendo prima la borgata Donia, e poi scendendo alla borgata Bouscas (in comune di Gaiola).

 

Tramite molti di questi percorsi, anche se a volte resi complicati dall'abbandono, è possibile ancora oggi effettuare suggestive passeggiate, in un panorama molto ampio specialmente nella stagione invernale, quando la caduta delle foglie rende la visuale più libera.

 

 

(l.m.)

 

 



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