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 Sapé Souberàn: “Abetaia superiore”*, rispetto alla sottostante frazione. Frazione abbandonata nella quale rimangono abitazioni rustiche (chabourna) con tetti in “lose”, purtroppo in pessimo stato. Fino agli anni ’60 la borgata era abitata da una decina di famiglie.
*La Sapéa: ovvero la “zona degli abeti”. In occitano “sap” signfica abete.
 
Testimonianza di CARANTA Michele (Ciot)
 
Strada: per raggiungere il Sapé,dopo aver oltrepassato Chiappue, si lascia la fondovalle per imboccare la seconda diramazione sulla sinistra; si prosegue, quindi, sempre su strada asfaltata per un paio di km, immersi nei boschi dell'ubàe, pervenendo in breve alla radura su cui sorge la Cappella della Madonna del Sapè (Chapéla dal Sapé) situata a qualche decina di metri dalla borgata.
La vecchia strada era, invece, poco più di una mulattiera, costruita “dal campo scuola”, trasformata nell’attuale tracciato solo nel 1964.
 
Storia: Un tempo i tetti in paglia erano numerosi, ricoprivano infatti moltissime abitazioni.
La festa patronale, dedicata alla Madonna del Sapè, si tiene solitamente la seconda settimana di settembre.
La dotazione della luce elettrica risale al 1961, mentre l’illuminazione pubblica è stata installata nel 1990.
La strada è stata asfaltata nel 1985 ed è stata risistemata nell’anno 2000.
 
Scuola:  nella frazione, fino ai primi anni ’60, funzionava una scuola formata da pluriclassi con la presenza di un solo maestro. I turni delle lezioni prevedevano una rotazione giornaliera delle classi con scansione oraria antimeridiana e pomeridiana.
 
Fontana: si trova a circa 200 metri dalla vecchia scuola. Non si ha memoria di altre fontane.
 
Forno: Il forno è andato in rovina alla fine degli anni ’80.
 
Ripari: Nove erano i “chabot”,  tutti con i tetti in paglia,   situati verso il Colle dell'Ortica. 
 
Popolazione: ancora negli anni ‘60 vivevano in loco tredici famiglie, di cui tre il cui  cognome era Bernardi , una Berardengo e ben nove Caranta. Più precisamente 2 famiglie dimoravano nella zona detta Fountana, 2 ai Souberàn (Sapè superiore), 2 ai Soutàn (Sapè inferiore), 1 nel luogo chiamato Fourn, 4 presso 'l Porti Nòou (portico nuovo), 3 nella regione denominata Porti dal Sartìn (Portico del piccolo costone).
Nel 1974 l’ultima famiglia, i cui componenti erano Jan dal Fourn e Gin, ha abbandonato la frazione.
 
Economia: principalmente venivano coltivate: patate (bodi), segale (sel), frumento (bià), orzo (ourdì),  biada (biava),  grano saraceno (fourmentin o luzira).
In loco un’attività rilevante consisteva nel   taglio e nella vendita della legna.
Gli animali allevati erano: mucche (vacha), pecore (fea), capre (chabra),  asini (ase),  muli (mul), conigli (counich) e galline (jalina).


 


 

 

 

 

 


 


 


 


 



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