headerphoto


Cappelle(4)  Chiese(2)  Frazioni(42)  Montagne(4)  Piloni(5)  Valaouria(4) 



Frazione eretta su un costone per evitare il percorso delle valanghe che scendono dai versanti del Monte Tajarè. Le costruzioni, in discreto numero, sono per lo più costituite da stalle, fienili ed essicatoi; i muri sono in pietra e i tetti, ormai in rovina,  in "lose". Il toponimo "pianta cotta" potrebbe derivare dalla posizione solatia del luogo.

Testimonianza di BUSSONE Raimonda:
Strada: La  frazione si raggiunge in auto percorrendo la strada asfaltata di fondovalle che, dopo aver oltrepassato la borgata Chiappue (Chapeuve), piega a destra supera le frazioni Còoutre e Charjòou per proseguire verso la malga  posta alle pendice del Colle della Gorgia. Circa un chilometro oltre la borgata Charjòou si stacca sulla destra una carrozzabile, tracciata negli anni ’80, che in breve conduce a Piantaqueuccha . Precedentemente la borgata era raggiungibile soltanto  transitando lungo la mulattiera  che arrivava dal Còoutre. L’illuminazione pubblica è stata installata negli anni ’60.
Fontana: Un primo rudimentale acquedotto venne costruito dagli  abitanti del luogo che posarono delle tubature che permettevano di portare l’acqua proveniente da una sorgiva sita nel vallone del “Prà ‘d Roubèrt” fino alla zona detta ‘l Pourtèt a circa 200 metri dall’abitato. I residenti trasportavano, a spalla,  l’acqua per gli usi domestici e per abbeverare gli animali avvalendosi di un pertica (la barella) alle cui estremità agganciavano i secchi. Con lo stesso strumento le donne riportavano  a casa i panni lavati nel vicino vallone (bial).
Solamente in un secondo tempo la tubatura è stata ulteriormente raccordata tanto da far sgorgare l’acqua in prossimità del forno sito nel concentrico.
Storia: la luce elettrica ha raggiunto l’abitato solamente negli anni ’60. Sempre nel medesimo periodo don Giovanni Cavallo, con l’aiuto di Girodengo Antonio della frazione Pedoia, costruì una teleferica azionata grazie da un motore di  motocicletta. In tale modo fu reso più agevole il trasporto di materiale da Piantaqueuccha  al Charjòou e viceversa. .
I tetti erano in lose, mentre quelli dei porticati erano di paglia.
Forno: il forno è molto capiente; infatti può contenere fino a 30 kg di pane. Si trova al centro della frazione e, attualmente, è ancora  utilizzato. Il pane veniva conservato nei “bersòl” o nella madia.
Ricoveri: i chabot, situati nella zona detta “i Chabot” erano utilizzati  durante l’estate, tra questi si ricorda: 'l chabot dla Fountana, 'l chabot d'Babot,  'l chabot 'd Giacou Rous  nei quali non solo si ammassavano  foglie e fieno, ma erano anche utilizzati come ripari per le mucche al pascolo. Altro chabot era quello detto  Teou Frà che era collocato verso il luogo indicato come  “la preza”,  vicino all’attuale malga ai piedi del col dla Gorja.
Scuola:.durante gli anni ’20 – ’30 del secolo scorso a Chiappue era stata istituita la scuola elementare, organizzata dalla prima alla quarta. I bambini e le bambine di Piantaqueuccha che intendevano frequentare la classe quinta dovevano, invece, recarsi ad Airale (L’Eràl) camminando per un’ora e più.
Popolazione: Nel 1910 vi erano 8 famiglie, per un totale di 56 persone. L'ultima nata è stata Bussone Rosetta, e gli ultimi abitanti Jacoulin e Bussone Osvaldo che ancora  negli anni ‘90, erano dediti all’allevamento delle capre.
Economia: Coltivazioni: patate (bodi), segale (sel), grano (bià) e grano saraceno (fourmentìn o luzira) venivano coltivati nei terreni più assolati che erano dissodati con gran fatica. La coltivazione di porri (pore), fagioli (fazeul) e cavoli (choulèt)  avveniva, invece, sui terreni umidi in prossimità possibilmente di una risorgiva (sanha). 

 


 



Non ci sono immagini relativi a questa categoria

© I materiali di questo sito (testi e fotografie) sono liberamente utilizzabili, a patto di indicare la fonte di provenienza e gli eventuali autori.