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Chapeuve Soutàn – (soutàn in occitano significa inferiore). La frazione bassa si estende in larghezza. Le abitazioni sono parte in piano e parte sulle pendici che discendono dal Tajaré. Nella località si trova il ristorante “da Rosalba” (già trattoria delle Alpi), che ha ereditato la precedente locanda attiva sin dal 1956, affiancata quest’ultima da una rivendita di pane e di alimentari.

Testimonianza del sig. Girodengo Albertino (Bertou 'd Chapeuve):Le due frazioni contavano, nella prima metà del secolo scorso, circa una ventina di famiglie che vivevano di agricoltura, ovvero della coltivazione della patata, del  granoturco, del grano saraceno e dei fagioli.  L’allevamento del bestiame elencava: conigli, galline, vacche, pecore ed asini, utilizzati quest'ultimi come animali da soma.

Dai primi di giugno le vacche venivano portate in alpeggio a La Preza, luogo in cui era presente una sorgente sito a monte della borgata di Pianta Queccha (Pianta Cotta).La permanenza in altura  terminava la seconda domenica di settembre in occasione del festeggiamento della “Madonna del Sapè, mentre le pecore venivano riportate a valle successivamente, ai primi di novembre. Fonte di reddito era altresì rappresentata dalla raccolta della lavanda (izòp) che cresceva spontanea sulle pendici rivolte a mezzodì del monte Tajarè.

 

Prima della costruzione delle fontane gli abitanti attingevano l’acqua dal “valoun”, rio che scende dalle falde del monte Tajarè o dal Bial e la trasportavano a spalla in paese dentro a  grossi secchi appesi ad un’asta, detta localmente: “barella”.

Si contano due forni, di cui uno ancora in buon stato di conservazione e sito a Chiappue soprano. I tetti dei porticati delle abitazioni  erano ricoperti prevalentemente con la paglia.

 

La frazione  è stata dotata di luce pubblica solamente verso la fine degli anni ‘50 del secolo scorso, laddove la strada di collegamento al capoluogo (La Vila) è stata asfaltata negli anni ’60.

Gli scolari e le scolare residenti nella borgata dovevano raggiungere la scuola sita a L’Eràl (borgata Airale), percorrendo a piedi i quasi tre Km di carrozzabile.

 

Nel 1973, precisamente il 19 febbraio, l’abitato è stato sfiorato da un’altra grande valanga precipitata lungo le pendici del sovrastante monte Tajarè che, pur avendo sepolto  la casa di recente costruzione sita all’inizio del paese, non  ha causato  vittime. Tale slavina ha ripercorso il tragitto di quella precedente del 1918, staccatasi sempre dal Tajarè.

Infine la borgata, nel 2008, è stata investita da un evento alluvionale.

 


 


 


 



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