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  I Bardénc: "  I (luoghi del) Bardengo, in quanto nella località si insediò tale famiglia. Attualmente nessun abitante presenta questo cognome. Borgata posizionata quasi in cima alla cresta spartiacque tra Valloriate e Rittana. La zona è molto assolata ed in leggero declivio; le case, abbastanza numerose, sono ben curate. I tetti sono in "lose",  tegole e, altri, in lamiera.
 

Testimonianza di BUSSONE Emma e BUSSONE Aldo

Come arrivare: Per raggiungere i Bardenghi bisogna portarsi all’imbocco della frazione Mulino.Da qui parte, sulla dx, una stretta strada con direzione Bardenghi (cartello segnaletico). La carrozzabile, asfaltata negli anni ’80, dopo circa 2 km raggiunge la borgata.La frazione è altresì raggiungibile dalla frazione La Nova, attraverso la via detta “Founga”, cioe’ della conca. Infine si poteva anche arrivare dalle borgate Chiotti e Trecatre percorrendo la via del “Sarét” , il cui significato è pendio accentuato, costone. (via delle Montagne)

Storia: i tetti della borgata erano in “lose” quelli della abitazioni e in paglia quelli delle baracche (le baraca) dove si ammucchiavano le foglie secche dei castagni, utilizzate per le lettiere.
L'energia elettrica ha raggiunto la frazione solamente negli anni 60.
 
Fontana: Fountana viedja ai saliòt, (Fontana vecchia dei salici), costruita nel 1931, si trovava in prossimità della frazione, arrivando da Tiougalét. Il lavatoio era di legno.
Negli anni ’60 è stata eretta una nuova fontana in cemento, sita nel centro della borgata.
 
Forno:  utilizzato ancora oggi, si trova all’imbocco della frazione nelle prossimità della vecchia fontana.
 
Chabot: i ricoveri, di proprietà dei residenti dei Bardenghi, si trovano in località Poe di Rittana e venivano utilizzati d'estate allorché si portavano - in quel luogo - gli animali al pascolo. 
 
Scuola: I bambini della frazione andavano a scuola a. La Vila, in località L’Eral  (Airale)
La chiesa di riferimento degli abitanti della borgata era la Chapèla 'd San Bernard.
 
Popolazione: Intorno agli anni ’30, del secolo scorso,   erano presenti in loco ben quindici famiglie che già negli anni ‘50 erano scese a 9 famiglie.
La frazione conosceva durante il lungo periodo autunnale ed invernale una importante emigrazione verso la Francia del Sud ( le Midì), dove i migranti trovavano lavoro come braccianti soprattutto nella cura dei vigneti. Durante   l’estate successivo tornavano in montagna per la fienagione.
 
Economia: Gli animali allevati erano gli ovini, i caprini e le vacche da latte. Non mancavano i muli, indispensabili nei lavori pesanti. Infine erano presenti i piccoli animali da cortile quali conigli, galline e maiali, indispensabili alla sussistenza.
Oltre ai castagni, si piantavano in prossimità della borgata meli, peri, e ciliegi.
Si coltivava il frumento (bià), la segale (luzira o fourmentin) e l’avena (biava).

 


 


 


 


 


 


 


 



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