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 'l Còoutre: Piccola frazione lungo le pendici del monte Tajarè, composta da poche case sparse, ora disabitate.

Testimonianza di Bussone Raimonda e Caranta Michele
Strada: A piedi, dopo aver parcheggiato presso la cappella di San Claudio (Chapèla 'd San Guiàoude) a Chiappue (Chapeuve), si imbocca l’antica mulattiera e in un quarto d’ora si raggiunge la frazione. Percorrendo invece la strada asfaltata, dopo Chiappue, si svolta a destra, e in alcuni minuti si perviene al Còoutre (segnaletica).
Storia: i tetti delle abitazioni sono in parte in paglia e in parte in lose. La strada comunale è stata costruita nel 1966, ed è stata asfaltata nei primi anni ‘70.
Fontana: i residenti si rifornivano d’acqua, utilizzata sia a scopo alimentare sia per fare il bucato, da un piccolo rio che scaturiva dal Chabòt dla Sanha e che, dopo aver bagnato la frazione del Caricatore (Charjòou),  raggiunge il Còoutre.
Forno: del forno, che era collocato al centro della frazione, i cui mattoni refrattari sono stati oggetto di saccheggio, non rimangono che alcune tracce.
Ricoveri: Chabot 'd Cristina, utilizzato come riparo per gli animali. Attualmente della baita, che era collocata sulle pendici del Tajarè quindi a monte della borgata, non resta nulla.
Scuola: I bambini (menà) della frazione andavano a scuola a Airale (l’Eràl).
Popolazione: Intorno al 1920 le famiglie residenti ammontavano a quattro.Gli ultimi abitanti sono stati: Bussone Mario, Michele, Aldo e Pierìn, trasferitisi, poi, a Chiappue oppure in Francia.
Economia:  le coltivazioni presenti erano: patate (bodi), segale (sel), grano (bià) e grano saraceno (luzira o fourmentin)   che venivano coltivati nei terreni più esposti, mentre porri (pore), fagioli (fazeul) e cavoli (choulèt) erano piantati sui terreni più umidi. Negli ultimi tempi si era avviata la coltivazione del mais (melia).
 


 


 

 


 


 


 



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